"Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. La comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre." (Benedetto XVI alla festa delle testimonianze - VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano, 1-3 giugno 2012)

giovedì 25 dicembre 2014

Buon Natale 2014

"Per tutti sorga la luce dell’amore, 
di cui l’uomo ha più bisogno 
che non delle cose materiali 
necessarie per vivere."
Buon Natale!
L'Equipe Famiglie

lunedì 8 dicembre 2014

...verso il Natale

Sentiamo sempre più in questi giorni parlar male del Natale, a molti non suscita più nulla o addirittura vorrebbero scappare per poi tornare quando è tutto finito. A molti disturba il perbenismo ed il buonismo di cui s’impregna questo tempo.

Ma dal nostro punto di vista tutto ciò è cosa buona. Si, perché questa sfiducia, questo malessere non sono altro che le conseguenze di chi si è lasciato coinvolgere per molto tempo dallo “spettro del natale”, da quello commerciale, delle luci colorate, del panettone, degli  alberi addobbati, dalle vetrine colorate. Se ci fermiamo solo a questo, tutto ciò diventa effimero, rumoroso, è fuori da noi, ci coinvolge solo in apparenza ed una volta finito inevitabilmente ci lascia con un senso di vuoto e stordimento.

Ovviamente il rifiutarsi di festeggiarlo non è la soluzione migliore, in quanto ci isolerebbe dagli altri. Che fare allora?

Facciamo silenzio, mettiamoci in raccoglimento, ritorniamo al cuore della vita, alle origini di questa festa. Ciò che sta arrivando non è il natale ma il Santo Natale: Dio viene in mezzo a noi!

Se siamo stanchi di questa Grande Festa è perché fino ad oggi non le abbiamo dato il giusto valore, il vero significato. Svegliamoci dunque, apriamo i nostri cuori a quel Dio che si è fatto Bambino un tempo e che ogni giorno si fa presente nel volto di chi ci è vicino.

Così come  i re magi e i pastori hanno adorato il Bambinello nella grotta di Betlemme, anche noi possiamo rivivere il Natale andando incontro a chi è a noi vicino e lontano. Donandogli l' oro del nostro tempo, l'incenso del nostro amore e la mirra della nostra pazienza. Così anche il folclore natalizio con i suoi alberi che brillano farà da cornice a questo gioioso stare insieme e forse si ravviverà in noi lo Spirito del Santo Natale che continuerà  a risplendere anche quando  tutte le lucine colorate si spegneranno.

(…) “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!” (Atti 20,34-35) ma questa gioia possiamo sperimentarla se ci lasciamo abitare da Gesù, a lui non serve molto, gli basta solo una piccola apertura del nostro cuore per prenderne dimora. Pensiamo alla grotta: umida, fredda, buia. Lì è nato, quindi, non preoccupiamoci se anche noi ci sentiamo bui e freddi ma invochiamolo: "Vieni Signore Gesù qui ed ora, riscalda il nostro cuore e ricolmalo della Tua Presenza amorevole e misericordiosa!".
Emanuela&Marco

giovedì 4 dicembre 2014

Avvento: tempo di attesa, tempo di gioia, tempo di carità (Ritiro)


Lo scorso 30 novembre il Gruppo Famiglie ha tenuto il ritiro di Avvento presso la Casa delle Suore Clarisse Francescane di Bari. Suor Vittoria Sechi ha posto al centro della nostra attenzione il brano evangelico della visitazione di Maria ad Elisabetta (Lc 1,39-45).
Di seguito le prime riflessioni "a caldo" scaturite dal ritiro, ...in attesa di riceverne altre!

"Vogliamo rendere partecipe l'intero gruppo famiglie dei pensieri scaturiti a seguito della giornata trascorsa insieme domenica 30 novembre.
La nostra riflessione si è soffermata, in particolare, sul tema dell'attesa che ha accompagnato il percorso della giornata.
Cosa rappresenta per noi l'attesa?

Innanzitutto AMORE. Solo chi ama ha la pazienza di attendere:
- ATTESA dei tempi dell'altro che, quasi mai, corrispondono ai propri.
- ATTESA di una madre che cerca ogni giorno una modalità di dialogo con un figlio in difficoltà, certa che ritroverà, attraverso le sue amorevoli parole e la sua guida costante, la "strada" che ha smarrito.
- ATTESA dei coniugi che rinnovano quotidianamente le proprie promesse di fede, comprendendosi ed ascoltandosi. Spesso cadono ma ripartono, memori di ciò che li ha uniti.
- ATTESA della fine di un momento di crisi, termine derivante dal verbo greco krino che significa separare, quindi  passare da uno stato precedente ad uno successivo. Ogni momento di passaggio richiede sofferte riflessioni ed attenti discernimenti, presupposti essenziali per un cambiamento.
- ATTESA dei compagni di viaggio: amici, colleghi e fratelli che, con grande pazienza, ci ascoltano e sostengono durante i periodi di smarrimento e dei quali abbiamo il dovere cristiano di ascoltare le richieste di aiuto.

Ogni momento di attesa riconduce ad un atto di amore, dono dello Spirito Santo. Solo il Signore, attraverso la sua immensa misericordia, ci aiuta a rialzarci ed a portare con fede le nostre croci.
Cerchiamo il Signore in ogni momento della nostra vita e riusciremo a vedere il suo volto nei fratelli più bisognosi, saremo capaci di gioire delle cose piccole ed umili, non vivendo nell'anelito delle grandi e porteremo testimonianza  di luce dove ci sono le tenebre.
Ringraziamo tutte le 24 famiglie presenti domenica scorsa per aver arricchito, con le loro testimonianze, il nostro bagaglio di esperienze ed averci indotto a riflettere sulla forza e la grandezza dell'AMORE.

Armando e Clorinda Ferrara