"Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. La comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre." (Benedetto XVI alla festa delle testimonianze - VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano, 1-3 giugno 2012)

martedì 18 novembre 2014

Incontro del 23 novembre: Salmo e Brano Evangelico

Per preparare il prossimo incontro, pregheremo insieme, in famiglia, il Salmo 77 e mediteremo sul brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù cammina sulle acque (Mt 14,22-33).

SALMO 77,11-21
Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.
Vado considerando le tue opere,
medito tutte le tue prodezze.
O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra i popoli.
Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
Ti videro le acque, o Dio,
ti videro le acque e ne furono sconvolte;
sussultarono anche gli abissi.
Le nubi rovesciavano acqua,
scoppiava il tuono nel cielo;
le tue saette guizzavano.
Il boato dei tuoi tuoni nel turbine,
le tue folgori rischiaravano il mondo;
tremava e si scuoteva la terra.
Sul mare la tua via,
i tuoi sentieri sulle grandi acque,
ma le tue orme non furono riconosciute.
Guidasti come un gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne.

Dal Vangelo di MATTEO (Mt 14,22-33)
Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!". Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!". 

martedì 11 novembre 2014

E' irresponsabile indebolire la famiglia...

Riportiamo il passaggio sulla famiglia della prolusione del Card. Bagnasco alla 67esima Assemblea generale straordinaria della Cei in corso ad Assisi.

«Si è da poco concluso il Sinodo Straordinario che ha avuto come tema “Le sfide sulla famiglia nel contesto dell’Evangelizzazione”. (...) Da ogni dove è risuonata la bellezza e l’importanza irrinunciabile del Vangelo del Matrimonio e della Famiglia, patrimonio e cellula dell’umanità, costituita da un uomo e da una donna nel totale dono di sé; Chiesa domestica, grembo della vita, palestra di umanità e di fede, soggetto portante della vita sociale. Essa è sorgente di futuro. Per questo è irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure – seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria – per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano. L’amore non è solo sentimento – è risuonato nell’Aula sinodale – è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma.
(...)
La nostra ammirazione e la nostra gratitudine vanno alla moltitudine di famiglie che – nella fedeltà dei giorni e degli anni – con la grazia del sacramento e la fatica quotidiana custodiscono e fanno crescere la loro “comunità di vita e d’amore”. Abbiamo sentito anche l’eco delle famiglie fragili e ferite: “La Chiesa, in quanto maestra sicura e madre premurosa, pur riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino della fede”. Anche a loro, e alla prassi sacramentale dei divorziati e risposati, il Sinodo ha pensato con quella cura pastorale che vuole rispecchiare l’esempio di Cristo.
Concorde è risuonata la necessità di una educazione affettiva incisiva, come di una preparazione al matrimonio più adeguata che aiuti innanzitutto a riscoprire la fede: da tutte le parti del mondo è giunta una testimonianza di sostegno alle famiglie attraverso gruppi di preghiera e di scambio, di reti nazionali e internazionali che chiedono che la famiglia sia riconosciuta come interlocutore sociale autorevole. Interlocutore che nessuno deve scavalcare. Una società che ascolta seriamente la realtà familiare, tra l’altro, ha stabilità e futuro. Ovunque, le difficoltà economiche – a volte al limite della miseria – incidono, infatti, sulla tenuta del nucleo familiare. Anche per questo i Padri hanno richiamato con forza la necessità di ulteriori sforzi perché la piaga della povertà venga superata e sia stabilmente rimossa. 
(...)
Il Sinodo è stato così un’esperienza di comunione e di collegialità, nella rinnovata coscienza che “nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del ‘villaggio globale’, il desiderio di famiglia resta vivo, in specie tra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda il ‘Vangelo della famiglia’ che le è stato affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo, ininterrottamente insegnato dai Padri e dai Maestri della spiritualità e dal Magistero della Chiesa”».

lunedì 3 novembre 2014

Incontro del 9 novembre: Lettura e Brano Evangelico

Per preparare il prossimo incontro, pregheremo insieme, in famiglia, un brano dal libro del profeta Isaia e mediteremo sul brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù guarisce il servo del centurione (Mt 8,5-13).

ISAIA 55, 1 –11
O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; 
comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. 
Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? 
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. 
Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. 
Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. 
Ecco l'ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. 
Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano 
a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato. 
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 
L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; 
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. 
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, 
le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. 
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, 
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. 
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, 
senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, 
così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, 
senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. 

Dal Vangelo di Matteo (Mt 8,5-13)
Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: "Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente". Gli disse: "Verrò e lo guarirò". Ma il centurione rispose: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa". Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: "In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti". E Gesù disse al centurione: "Va', avvenga per te come hai creduto". In quell'istante il suo servo fu guarito. 

Buona meditazione!