"Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. La comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre." (Benedetto XVI alla festa delle testimonianze - VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano, 1-3 giugno 2012)

mercoledì 15 ottobre 2014

Incontro del 19 ottobre: Salmo e Brano Evangelico

Nell'incontro precedente ci siamo lasciati con un impegno: pregare insieme, in famiglia, il Salmo 42 e leggere e meditare sul brano del Vangelo di Marco in cui Gesù guarisce una donna che soffriva di emorragie (Mc 5, 24-34).

SALMO 42
Come la cerva anela ai corsi d'acqua, 
così l'anima mia anela a te, o Dio. 
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: 
quando verrò e vedrò il volto di Dio? 
Le lacrime sono mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: "Dov'è il tuo Dio?". 
Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: 
attraverso la folla avanzavo tra i primi 
fino alla casa di Dio, 
in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa. 
Perché ti rattristi, anima mia,  perché su di me gemi? 
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, 
Lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 
In me si abbatte l'anima mia; perciò di te mi ricordo 
dal paese del Giordano e dell'Ermon, dal monte Misar. 
Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate; 
tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. 
Di giorno il Signore mi dona la sua grazia 
di notte per lui innalzo il mio canto: 
        la mia preghiera al Dio vivente. 
Dirò a Dio, mia difesa: "Perché mi hai dimenticato? 
Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?". 
Per l'insulto dei miei avversari sono infrante le mie ossa; 
essi dicono a me tutto il giorno: "Dov'è il tuo Dio?". 
Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? 
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, 
Lui, salvezza del mio volto e mio Dio.  


Dal Vangelo di Marco (Mc 5, 24-34)
Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia  e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,  udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".  E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".  I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". 
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.  Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male".  

Buona meditazione!