"Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. La comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre." (Benedetto XVI alla festa delle testimonianze - VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano, 1-3 giugno 2012)

mercoledì 6 novembre 2013

Prepariamoci al Sinodo sulla Famiglia!

Il tema affidato dal Santo Padre alla prossima Assemblea Generale Straordinaria è: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Riguardo ad esso mi preme sottolineare due aspetti. Il primo riguarda l’attenzione prioritaria all'evangelizzazione  cui tutto deve tendere nell'essere e nell'agire del popolo di Dio. La Chiesa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Vangelo. Questa gioia va annunciata a tutti, a cominciare dalla famiglia, cellula decisiva della società e della Chiesa stessa. Il secondo aspetto che vorrei rilevare è il taglio "pastorale", accentuato nella formulazione del tema, prospettiva con cui il Santo Padre invita a guardare il valore e le sfide della vita familiare oggi.
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L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla Sua chiamata. In particolare, in un contesto come quello della cosiddetta "modernità liquida" (Zygmunt Bauman), in cui nessun valore sembra più assodato e l’istituto familiare è spesso contestato, se non del tutto rifiutato, diventa particolarmente significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente a favore della dignità e della bellezza della vita di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società. Come avevano affermato i Padri del Vaticano II la famiglia è una "scuola di umanità più ricca", in cui "le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale" (Gaudium et spes 52). 
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Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato, e spesso le condizioni concrete dell’esistenza tendono a minare anche gli sforzi migliori: si pensi alla fragilità psicologica e affettiva possibile nelle relazioni familiari; all'impoverimento della qualità dei rapporti che può convivere con "ménages" all'apparenza stabili e normali; allo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall'organizzazione sociale, dai tempi di lavoro, dalle esigenze della mobilità. Inoltre, la cultura di massa veicolata dai media influenza e corrode talvolta le relazioni familiari, invadendo la famiglia con messaggi che banalizzano il rapporto coniugale. Diventa allora più che mai vitale coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a condizioni che la sostengano tanto nell'ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale, motivando concretamente la bellezza e la fecondità "della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale".
Mons. B. Forte,
alla conferenza stampa sulla preparazione della  III Assemblea Generale 
del Sinodo dei Vescovi, 05.11.2013