"Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. La comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre." (Benedetto XVI alla festa delle testimonianze - VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Milano, 1-3 giugno 2012)

giovedì 18 luglio 2013

Fermiamo la legge contro l'omofobia!

Anche in questo tempo estivo siamo chiamati all'impegno civile in difesa della famiglia fondata sul matrimonio. Il nostro Gruppo aderisce all'appello lanciato dai "Giuristi per la Vita" e da "La Nuova Bussola Quotidiana" per fermare una proposta di legge in discussione alla Camera che, nel tentativo di fermare l'omofobia (fine assolutamente condivisibile), finisce col negare la libertà di pensiero, di espressione e religiosa a chi, come noi, crede che l'unica famiglia sia quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
Vi invitiamo a leggere l'appello, riportato di seguito, e a firmare on-line seguendo il collegamento riportato alla fine del post.

Appello per fermare la proposta di legge contro l’omofobia
La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il testo base del DDL contro l’omofobia e la transfobia, testo che andrà all'esame dell'Aula il prossimo 22 luglio. Il termine per gli emendamenti scade martedì 16 luglio.
In previsione di tale importante passaggio parlamentare, i Giuristi per la Vita lanciano un appello per fermare questa iniziativa legislativa, che rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19).
Dal punto di vista pratico, infatti, l’approvazione delle norme contro l’omofobia e la transfobia potrebbe determinare l’incriminazione, ad esempio, di tutti:
1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay;
2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali, atteso che, secondo l’approccio ideologico appena recepito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, non ammettere una coppia gay al matrimonio costituirebbe discriminazione motivata dall'identità sessuale;
3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay; 
4. coloro che pubblicamente affermassero che l’omosessualità rappresenta una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.);
5. coloro che pubblicamente dichiarassero che gli atti compiuti dagli omosessuali «sono intrinsecamente disordinati», in virtù del proprio credo religioso (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana);
6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all'atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica); 
Le norme che si intendono approvare rispondono ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale, godendo gli omosessuali degli strumenti giuridici previsti dal codice penale per i tutti i cittadini, contro qualunque forma di ingiusta discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale.
La proposta di legge sull'omofobia, pertanto, non merita di entrare nel nostro ordinamento. Opporvisi non è una battaglia di retroguardia, tesa a garantire chissà quale privilegio o quale ingiustificata impunità, ma significa battersi contro il rischio di una pericolosa violazione della libertà di espressione del pensiero e del credo religioso, fondamento di tutte le libertà civili nel quadro costituzionale vigente. La cronaca, del resto, mostra ampiamente cosa accade nei Paesi europei in cui è già prevista una legge contro l’omofobia: basti guardare al Regno Unito ed alla famigerata Section 5 del Public Order Act.
Per questo, i Giuristi per la Vita si appellano ai parlamentari della Repubblica italiana, e a tutti gli uomini di buona volontà, affinché venga scongiurato il rischio dell’introduzione di una simile normativa nel nostro ordinamento giuridico.
                                                                                                         IL PRESIDENTE 
                                                                                                    Avv. Gianfranco Amato



1 commento:

  1. Adesso è di moda parlare di omofobia. ma per i cristiani la fobia verso un altro essere umano non esiste, non è contemplata nel loro DNA e, laddove ancora sussiste, è un cancro che impedisce al regno di Dio, invocato nel Padre nostro, di farsi presente qui e ora. I cristiani, con tutti i loro limiti, le loro debolezze, i loro peccati, si sforzano di vivere quanto meno il rispetto e l'accoglienza verso tutti.
    Mi è capitato in diverse occasioni di partecipare a convegni o a incontri di formazione organizzati dalla Chiesa Cattolica, ma tenuti da professionisti laici sul tema dell'omossessualità, il cui scopo non era quello di condannare gli omosessuali, bensì di comprendere e spiegare le cause e le ragioni di un fenomeno sempre più dilagante. Ma il rispetto, l'accoglienza o una corretta informazione non impediscono di chiamare le cose con il loro nome: di proclamare che al di sopra di ogni volere, di ogni desiderio umano c'è una legge naturale, che non può essere superata senza generare violenza e che questa legge naturale afferma la dualità uomo - donna come la ricchezza suprema del creato, la realtà che sola può assicurare il futuro del genere umano e della vita sulla terra. una legge naturale, confermata ampiamente dalla scienza, che afferma che ogni bambino ha diritto e ha bisogno di avere un padre e una madre, una figura di riferimento maschile e una femminile, non una situazione promiscua, con ruoli labili e indefiniti che minano già dalle fondamenta la sua personalità in costruzione.
    Di questi bimbi, del loro futuro, del futuro dell'umanità, noi oggi siamo responabili e non possiamo tacere per timore di essere chiamati omofobi. Piuttosto insegniamo ai nostri figli ad avere rispetto per ogni essere umano senza distinzione alcuna e senza alcun pregiudizio e alcuna condanna. Ma, per favore, non parliamo a vanvera di diritti e di uguaglianze solo per ritenerci "moderni". Maria pia

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